Un alveare
brulicante di api in movimento, un ronzio che rimbomba all’interno all’interno della mente. La testa piena di pensieri confusi, di voci
sovrapposte.
Tutti sembrano importanti, ogni pensiero tendeva a predominare sull’altro e cosi il brulichio, il fastidioso vibrare delle ali di api si amplifica.
Tutti sembrano importanti, ogni pensiero tendeva a predominare sull’altro e cosi il brulichio, il fastidioso vibrare delle ali di api si amplifica.
Ma poi si parte, le gambe iniziano ad
andare forzando subito l’andatura. Impongono un ritmo giusto per la loro
resistenza, senza paura di cosa possa succedere, senza temere conseguenze. E’
nel loro istinto, la falcata ora è
piena, una gamba segue l’altra con agilità e freschezza, decise a
forzare ancora di più l’andatura. Il fiato reagisce prontamente. Il ritmo
ripetitivo delle gambe è seguito dal suono ovattato della respirazione. La
macchina ora è finalmente in moto, ogni pezzo si muove in sinergia con l’altro,
ogni ritmico oscillare è accompagnato da un compagno di viaggio. Solo la mente
è ancora indietro, quel brulichio di api ancora non si è assopito.
Il corpo ora domina la mente, le impone di uscire da quel labirinto di
pensieri e di concentrarsi esclusivamente su “l’ora, sull’adesso, su ciò che
accade in questo istante”. Lentamente,
anche la mente perde le sue zavorre, in questo momento l’unico vero
problema reale è controllare il corpo, mantenere una andatura regolare e dosare
l'energie. I due mondi finalmente si
ritrovano, nessuno eclissa più l’altro. Mente e corpo tornano ad essere
un'unica cosa, sono di nuovo in sinergia tra loro e l'assurda
dualità decade.