sabato 21 settembre 2013
domenica 1 settembre 2013
Segnali dal profondo
In fondo, ognuno è sempre e solo
se stesso, anche se cerca di non vederlo. Siamo solo noi sempre solo noi, i
nostri unici e immancabili compagni di viaggio. Possiamo far finta di non
esserlo, possiamo fare finta di non essere nessuno o meglio ancora di non
essere ciò che da dentro ci pulsa. Possiamo rinnegare la nostra essenza,
possiamo vivere all’eccesso o comunque lontano dalla nostra armonica
fondamentale ma in fondo qualcosa dentro di noi ci pulsa come una quasar e ci
manda segnali, come dallo spazio profondo per comunicare con noi, per
comunicare a noi stessi la verità per renderci finalmente liberi da tutto ciò
che imprigiona il nostro animo, da tutto ciò che ci fa soffrire, da tutto
quello che ci imprigiona la mente e ci tarpa le ali per volare verso la pace.
Più ci aggrappiamo alla vita per
cogliere attimi di felicità e di gioia e più queste ci passano attraverso. Come
mani usate per raccogliere l’acqua, rivoli di felicità e soprattutto di
serenità attraversano le nostre dita incapaci di trattenerla. Con la sete che
incalza dentro di noi, tuffiamo di nuovo le nostre mani nella vita per carpire
almeno adesso un piccolo spicchio di pace ma ancora una volta tutto ci scivola
via, nulla riusciamo a trattenere
veramente a lungo. Lo sgomento, la paura di non essere mai felici si diffonde
in noi come un edera avvolge un albero succhiandogli le forze. Cosi in una
corsa senza tregua tra la nostra sete di felicità, tanto propinata dalla
società, e la nostra incapacità di coglierla, di trattenerla ma soprattutto di
saperla riconoscere, finiamo angosciati a terra stremati ancora di più dal
continuo paragone con l’altro, che inevitabilmente ci perseguita.
Ma poi in alcuni momenti
completamente estemporanei, in momenti in cui l’assoluto è per un attimo dentro
di noi, in quei momenti riusciamo a cogliere la bellezza della vita, la
bellezza della nostra essenza, incontriamo di nuovo noi stessi sul sentiero. In
realtà siamo stati sempre l’uno accanto all’altro, l’uno vicino all’altro ma
come fosse un fantasma, lo abbiamo ignorato. In quel momento allora le cose
cambiano, l’armonica fondamentale vibra dentro di noi si innalza nell’etere e
avvolge tutti noi. Ora siamo ciò che siamo, ora siamo adesso ciò che volgiamo
essere. Unico essere in grado di assaporare in un attimo la nostra essenza, il
nostro perché, la nostra causa ultima.
Ora nulla ci può distogliere dal viaggio, ora nessuno stereotipo di vita propinato da qualcun altro può davvero destabilizzarsi. Siamo come siamo, siamo l’unico essere che possiamo e che dobbiamo essere. Forse la frase cattolica di uno e trino ha come origine proprio questo concetto, racchiudere in se tutti gli aspetti
Ora nulla ci può distogliere dal viaggio, ora nessuno stereotipo di vita propinato da qualcun altro può davvero destabilizzarsi. Siamo come siamo, siamo l’unico essere che possiamo e che dobbiamo essere. Forse la frase cattolica di uno e trino ha come origine proprio questo concetto, racchiudere in se tutti gli aspetti
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